L'inflazione spinge i prezzi a brekkare i minimi
L'azionario aveva iniziato l'ottava col botto, con i prezzi che hanno continuato a correre durante la notte con l'ennesimo short squeeze in atto, salvo cambiare completamente rotta dopo il rilascio del PPI tedesco, il quale ha raggiunto un mostruoso 45,8% contro le attese di un 37,1%; la cifra più alta dalla Seconda Guerra Mondiale. Poi la mazzata finale è arrivata con il rialzo record della Riksbank.
La banca centrale svedese, nell'ultimo appuntamento di quest'anno, ha aumentato il tasso pronti contro termine di oltre 100 punti base portandolo al 1.75%. Per i mercati è stata una premonizione di ciò che potrebbero fare la Fed e la BoE nei prossimi giorni.
Cosa succede nella GDO degli Stati Uniti?
Mentre si stanno avvicinando a grandi passi le festività natalizie, normalmente il periodo più intenso dell'anno per i retailers, in quanto a volume di vendite, all'interno della GDO statunitense si sta verificando qualcosa di strano. Le catene americane di grandi magazzini stanno febbrilmente procedendo alla cancellazione di miliardi di dollari di ordini.
Fino a ieri ci si lamentava dei colli di bottiglia sulle catene di fornitura che rendevano difficile il reperimento di determinate materie prime e prodotti, mentre ora, anziché fare scorte per il Natale, tutti i big, Walmart in testa, stanno inviando cancellazioni di ordini. Solo Target, un pigmeo rispetto a Walmart, ha proceduto, finora, a cancellare ordini per un miliardo e mezzo di dollari.
Forse gli strateghi della GDO americana sanno qualcosa che noi non sappiamo ancora?
Forse sono entrati nell'ottica che arriverà una grave recessione economica?
Quindi si stanno preparando all'hard landing?
Al 2023 manca poco, scopriremo se in tutti questi mesi abbiamo sempre avuto ragione.
La settimana delle banche centrali
La settimana si è aperta con bassi volumi a causa del Giappone chiuso per festività e del Regno Unito che ha celebrato i funerali della Regina, che hanno causato anche lo spostamento della riunione della Bank of England a questo giovedì, per rinfittire il già nutrito calendario di meeting delle banche centrali. Come accennato poco sopra, ha aperto le danze la Riksbank, che verrà seguita domani dalla Fed, dalla quale il mercato si attende un altro aumento di 75 bp, mentre Nomura e qualche altra banca minore scommettono su un aumento di un intero punto percentuale.
Per quanto riguarda la BoE il consensus è per un secondo rialzo consecutivo di mezzo punto percentuale, ma non è totalmente fuori dal tavolo l'ipotesi di un aumento di 75bp. Dovrebbe, inoltre essere confermato il QT, dalla fine del mese, che drenerà dal mercato 10£ miliardi a trimestre attraverso le vendite di gilt.
Ma giovedì si riuniranno anche la Bank of Japan e la Swiss National Bank oltre alla Norges Bank. La prima si prevede che continuerà ad essere l'unica controtendenza, continuando con la politica di facilitazione monetaria, che contribuirà a pesare sullo yen che si aggira sui livelli minimi dai primi anni '90 contro dollaro. Anche se gli strateghi di Deutsche Bank non credono ad un intervento diretto sul Forex, a sostegno della moneta nazionale, come minacciato la scorsa settimana dalla stessa BoJ, dal momento che sarebbe totalmente inefficace contro una debolezza guidata dai fondamentali.
Da segnalare invece le parole di Richard Clarida, numero 2 della Fed dal 2018 fino allo scorso gennaio, il quale ha dichiarato: “Finché l'inflazione non scenderà molto, la Fed sarà davvero una banca centrale a mandato unico”, ergo: la banca centrale è disposta anche a soffrire una grave recessione e un atterraggio duro pur di fermare l'inflazione.
Cosa aspettarci in questa ottava?
Il ciclo settimanale è andato in chiusura nella prima parte di seduta europea di lunedì 19 settembre, prolungando le vendite partite venerdì 15, ricordiamo giornata delle Tre Streghe, che poi sono quattro. Invece, all'inizio della seconda parte di seduta è partito un rimbalzo, facendo partire contestualmente gamba 1 del nuovo ciclo weekly, con i prezzi che sono andati a ritestare le resistenze critiche, ad esempio il future Nasdaq ha ritestato l'area 12000, S&P500 l'area 4160 e DAX l'area 12950 dove rimaneva anche un gap che è stato chiuso.
Da qui, oggi i prezzi sono stati nuovamente ricacciati a ribasso ed in questo momento stanno scendendo sotto i minimi di inizio settembre mentre mettono nel mirino gli ultimi minimi relativi.
Il future DAX la scorsa ottava ha amplificato il movimento di Wall Street, con i prezzi che sono scesi anche sotto l'ultimo supporto volumetrico che avevamo indicato 12713, fermandosi poco sopra 12600 mentre S&P500 ha girato in area 3850.
Quella che vediamo in corso è gamba 2 del nuovo ciclo weekly il quale andrà in chiusura intorno alla seduta del 29 settembre.
Il trend primario e quello di breve rimangono ribassisti ed ogni rimbalzo è da ritenersi come l'ennesimo short squeeze scaturito su livelli critici, poiché senza l'ingresso di volumi long una vera e propria inversione è pura utopia. In realtà i flussi ci dicono che i fondi pensione e i CTA sono in modalità “liquida tutto” ed inoltre è appena iniziato il black-out dei buy back.
Quindi, anche se domani durante la conferenza di Powell dovesse scaturirsi il caos, sappiate che questa volta nessuna Fed Put arriverà a salvare le chiappe dei tori. Donna avvisata mezza salvata; giusto Cathie?!
Ecco le aree di target volumetrici:
S&P500 mini fut
3837
3795
3734
3650
3534
3410
DAX fut
12506
12320
12000
11910
11680
11350
Un'ultima raccomandazione: rimanete concentrati, non assumete posizioni di lungo periodo a rialzo, proprio ora che siamo in una fase critica. Entro ottobre la strategia di noi orsi colpirà l'ultimo target e incasseremo grossi profitti.
Stay focused and confident!!
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Questa previsione è redatta il 20 settembre con i dati disponibili al momento.
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