martedì 5 luglio 2022

Previsioni Mercati Settimana 4 -->8 luglio

L'inflazione minaccia il comparto produttivo

La maggior parte degli operatori negli ultimi sei mesi non ha fatto altro che rincorrere il mercato, rimanendo stupita dal corso azionario che ha chiuso il mese di giugno con una delle più forti correzioni dal 2008; mentre Deutsche Bank ha reso noto che il Treasury Index è stato il peggiore dal 1788.

Molti operatori non hanno mai vissuto in real time un crollo delle borse, in quanto erano ancora troppo giovani per le crisi del 2001 e del 2008 e così sono rimasti sorpresi nel vedere azioni e obbligazioni scendere all'unisono, spinte dal rialzo dei tassi e dalla normalizzazione di politica monetaria intrapresa dalla Fed.

Mentre dall'altra parte dell'oceano abbiamo una BCE che continua ad ignorare il tasso di inflazione più alto dell'Eurozona dai primi anni del decennio 1990 continuando a mantenere tassi negativi, a differenza della Federal Reserve, la quale però continua ad innaffiare di liquidità attraverso il mercato dei reverse repo.  Il rischio più grosso per i governi è che l'economia metta in crisi il settore produttivo determinando uno scenario in cui le famiglie e le imprese esplodono solo perchè non si è voluti essere più aggressivi nel rialzo dei tassi e nella normalizzazione della monetary policy. A quel punto, a rimorchio crollerà anche il gettito fiscale portando il debito pubblico verso nuovi record e velocemente si passerà dall'inflazione alla deflazione.

EUR/USD prossimo alla parità

Nel frattempo è la moneta unica a pagare le conseguenze con il cambio EUR/USD che oggi ha subito pericolose perdite del 1.75% circa che hanno portato i prezzi sotto 1.03 e sotto i minimi del 2017, a livelli che non vedevamo dal 2002, con il raggiungimento della parità che non è più una questione di se ma di quando. Lo andavo dicendo da anni, ma mi si diceva che ero un profeta di sventure in quanto non sarebbe mai potuto avvenire perchè l'Unione Europea si andava rafforzando. Sono gli stessi che credevano al PIL italiano a doppia cifra nel 2021, semplicemente ridicoli e costretti continuamente a vendere corsi per tirare avanti il bilancio familiare.

La moneta comune costruita come un marco svalutato per favorire le esportazioni tedesche è arrivata a fare i conti con la storia quando gli operatori hanno finalmente aperto gli occhi iniziando a tagliare le scommesse su una stretta monetaria della BCE, la quale, nel frattempo, ha tagliato la stima sul PIL a 2.8% nel 2022, sarà ovviamente costretta a tagliarla ancora.

L'€uro ha perso anche contro il franco svizzero portandosi sotto la parità, ai livelli che non vedevano da quando la BNS ha sorpreso tutti mollando il peg nel 2015, livelli però che in quel caso erano stati raggiunti a causa della mancanza di liquidità.

Il consensus sul rialzo dei tassi della BCE per quest'anno è già passato, oggi, dai 190bp a 140bp mentre il debito pubblico è minacciato dalla cosiddetta frammentazione. A proposito, ma venerdì scorso non sarebbe dovuto partire lo scudo antispread? Nulla di fatto, è rimandato alla riunione di fine mese, devono trovare un modo per farlo senza aumentare la massa monetaria, ovvero l'unico modo è non farlo. E tutto questo senza che ancora i bilanci delle principali banche centrali siano diminuiti minimamente, immaginatevi dopo.....

Bilancia commerciale tedesca in deficit

Ieri, con gli Stati Uniti che festeggiavano la festa dell'Indipendenza, Wall Street ha ripreso fiato, dopo che, la scorsa settimana, i titoli obbligazionari erano rimbalzati per la paura di una recessione. Intanto il presidente dei sindacati tedeschi ha detto al Bild: "intere industrie rischiano di crollare definitivamente: alluminio, vetro, industria chimica" a causa del forte calo delle forniture di gas dalla Russia attraverso NorthStream, il quale a luglio osserverà anche 10 giorni di fermo completo per manutenzione.

Intanto la bilancia commerciale tedesca ha registrato il primo deficit mensile dal 1991, quando l'€uro ancora non esisteva, a causa dei prezzi dell'energia, nel frattempo sono state rimesse in funzione le centrali a carbone mentre il governo sta lavorando al salvataggio di Uniper, la più grossa utility del Paese. Sulla scrivania anche la discussione di eventuali misure di sostegno alle imprese del settore attraverso l'acquisizione di azioni e/o la concessione di prestiti o garanzie per un totale di circa 9€ miliardi.

Col primo ministro Scholz che ieri ha ammesso che l'aumento del costo della vita potrebbe avere effetti esplosivi sulla società tedesca in quanto aumenterebbe la disparità tra i ricchi ed i poveri.

Cosa aspettarci per questa ottava?

Avevamo ragione io e Wilson di Morgan Stanley quando la scorsa settimana abbiamo suggerito che eravamo dinanzi ad un altro rally del mercato orso da shortare. I prezzi alla fine oggi hanno rotto anche la fase di lateralità scendendo sotto 12400 e ritestando i minimi di marzo scorso. Nonostante gamba 3 del ciclo trimestrale la cui chiusura è attesa intorno al 26 luglio.

Per quanto riguarda il ciclo settimanale invece, siamo già in fase di chiusura in quanto, come da tabella di marcia, il termine è entro la seduta di domani 6 luglio, quando i prezzi dovrebbero raggiungere il secondo target Fibo a 12335.

Il sentiment in Europa rimane ribassista ed al netto del possibile rimbalzo per l'inizio del nuovo ciclo weekly che dovrebbe essere comunque contenuto entro 12900, ci aspettiamo che i prezzi tornino a mettere alla prova i minimi di marzo che, se dovessero sventolare bandiera bianca, porterebbero velocemente i prezzi sul livello psicologico dei 12000 punti.

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Questa previsione è redatta il 5 luglio con i dati disponibili al momento.


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